Le piccole e medie imprese della Città metropolitana di Firenze hanno chiuso il 2024 con un calo del fatturato dell'1,5% rispetto all'anno precedente. A soffrire maggiormente è stato uno dei settori di punta del nostro territorio: la manifattura.
A pesare su questo scenario non sono solo le criticità strutturali del tessuto produttivo, ma anche fattori esterni difficili da governare. L'instabilità geopolitica e l'ombra di nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti si aggiungono a una fase segnata da epidemie, guerre e bolle speculative. La globalizzazione ha già messo a dura prova il sistema economico, mentre il Paese, colpito dal calo demografico e da una stagnazione ventennale, subisce una fuga crescente di giovani talenti. Il rallentamento economico non sorprende.
Se non si interviene rapidamente, il rischio è un indebolimento strutturale del tessuto produttivo con effetti difficilmente reversibili. Affidarsi solo alle dinamiche di mercato non basta. Serve un'inflazione sotto controllo, una politica monetaria equilibrata e la riduzione dei costi energetici, tra i più alti d'Europa. Occorre una politica creditizia che sostenga non solo i nuovi investimenti, ma anche la stabilizzazione delle imprese più colpite. Diventa cruciale l'adozione di un temporary framework finanziario (schema finanziario temporaneo), con strumenti straordinari in grado di fronteggiare un periodo altrettanto straordinario. Le istituzioni devono agire con misure concrete: riduzione della pressione fiscale, semplificazione del credito, incentivi alla formazione e politiche industriali mirate.
Servono anche interventi strutturali: investimenti in infrastrutture per rafforzare i distretti produttivi, riforma burocratica per snellire le procedure e politiche di internazionalizzazione per accedere a nuovi mercati.
Camera News n. 4/2025 (1-15 marzo)