In Toscana solo un'impresa su quattro fa welfare aziendale di alto livello

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Nella regione usufruisce delle misure a sostegno della genitorialità appena il 16% dei dipendenti che ne avrebbe diritto. Domani 4 novembre in Camera di commercio si spiega alle imprese come introdurre “misure di benessere” degli addetti che migliorino il potere di acquisto delle famiglie e la produttività delle aziende

COMUNICATO STAMPA

Firenze, 3 novembre 2025 – In Toscana solo il 16% dei dipendenti che ne avrebbe diritto usufruisce delle misure a sostegno della genitorialità, mentre le aziende che attuano piani di welfare di alto livello sono il 2% in meno rispetto alla media nazionale. Questi dati raccontano quanto si possa ancora lavorare su quel complesso di provvedimenti di welfare aziendale che vanno  dalle misure per favorire la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita, come lo smart working, all’assistenza sanitaria e alla previdenza integrativa, dai rimborsi per spese di istruzione e formazione, fino ai servizi di supporto alla famiglia e per il benessere dei lavoratori come buoni pasto, buoni acquisto e buoni carburante, rimborsi per trasporti pubblici e spese per utenze, mutui o affitti. Se ne parla il 4 novembre in Camera di commercio.

Sono infatti tante le misure di welfare aziendale a cui le imprese possono ricorrere, approfittando anche di sgravi fiscali, ma puntando soprattutto a far crescere la produttività e la competitività dell’impresa che sono effetti certificati della soddisfazione dei dipendenti. In Toscana siamo un passo indietro. In base al Welfare index Pmi elaborato da Generali, che prende in esame un campione di 421 aziende toscane di cui 119 fiorentine, mentre in Italia il 24,7% delle imprese valutate ha raggiunto livelli alti e molto alti di welfare, in Toscana questa quota scende di due punti percentuali al 22,7%. In Toscana insomma, meno di un’azienda su quattro farebbe welfare di alto livello, mentre due imprese su tre (64%) hanno raggiunto un livello di welfare almeno medio.

Altri dati della ricerca, relativi alla Toscana, dicono che mentre il rapporto tra anziani e persone in età di lavoro era del 28% nel 1990, è oggi del 42% e sarà del 63% nel 2050, meno della metà delle imprese toscane (il 48%) ha attuato ad oggi almeno una iniziativa di welfare dedicata alla sanità integrativa, di cui invece c’è gran bisogno visto l’invecchiamento della popolazione. Il 38% delle famiglie toscane rinuncia a prestazioni sanitarie. Inoltre, se più di un’azienda toscana su cinque (il 21,5%) attua almeno una iniziativa a sostegno della genitorialità, ad usufruire di questo sostegno è solo il 16% dei dipendenti che ne avrebbero diritto.

Il welfare aziendale in Toscana, insomma, appare ancora sviluppato e conosciuto in modo parziale, sebbene una ricerca di The house european Ambrosetti (Thea), che viene presentata in Camera di commercio a Firenze il 4 novembre, rivela che il welfare aziendale ha come effetti a catena l’aumento della soddisfazione dei dipendenti e la crescita della loro produttività, riducendo il turnover e rafforzando la fidelizzazione dei talenti attraverso la creazione di ambienti di lavoro più attrattivi e stabili: ogni euro speso in welfare ha un effetto moltiplicatore sul potere di acquisto di chi lo riceve e di questo c’è gran bisogno in un periodo in cui la capacità di spesa delle famiglie è in calo, mentre sanità e previdenza pubblica arretrano.

Martedì 4 novembre 2025 dalle ore 15.00, presso l’auditorium della Camera di commercio di Firenze - Piazza Mentana 1, la Camera e PromoFirenze, in collaborazione con la Regione Toscana, Thea Group, Partenariato Vita Lavoro Toscana, Manageritalia ed HT Value, organizzano un seminario per aiutare le imprese a inserire il welfare tra i pilastri della loro attività. L’incontro offrirà spunti pratici e modelli innovativi grazie agli interventi di esperti e testimonianze concrete. La partecipazione è gratuita.

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