Il dibattito sul futuro del turismo, che nei giorni del G7 dedicato al settore ha visto Firenze al centro del confronto internazionale, a mio modo di vedere non ha messo in luce un aspetto che personalmente ho sempre ritenuto centrale: l’importanza, cioè, delle relazioni umane nell’attrattività di un territorio e nell’accoglienza dei visitatori.
I valori del nostro modello produttivo e sociale, in altre parole, rappresentano il vero valore aggiunto da offrire ai visitatori, e dai visitatori di tutto il mondo apprezzato e ricercato. Snaturarsi in nome di una omologazione ai modelli internazionali è un errore che può risultare esiziale per la città, oltre che per lo stesso turismo. Di sicuro si tratta di una scelta perdente. Al contrario, Firenze deve dare spazio e valore alle proprie tradizioni, alla cultura di “tutti i giorni”, accanto a quella dei musei, dalla moda alla cucina, e mettere questi valori al centro del racconto con cui ci presentiamo al mondo. Un modello basato sulle relazioni umane, sulla sostenibilità della nostra manifattura e del nostro sistema distributivo e commerciale, sul rispetto reciproco che diamo e che pretendiamo da chiunque.
Prima sapremo mettere questa filosofia tra gli obiettivi strategici, meglio sarà. Non penso che sia tardi per tentare di recuperare il terreno perduto in questi anni, ma certo dobbiamo invertire la rotta con decisione e in tempi rapidi. La posta in gioco è alta e abbassare la guardia non è consentito.
Camera News n. 20/2024 (16-30 novembre)